Le parole ispirano, toccano, colpiscono, lasciano il segno, non solo sulla carta. Le mie “parole preferite” sono quelle che lasciano senza parole, aprono spazi interiori da vertigine, portano al silenzio, ai confini della mente e dell’intelletto.
Ho tradotto la versione dell’Ashtavakra Gita di Thomas Byrom dall’inglese all’italiano perché essa ci invita ad immergerci nel silenzio interiore, ad assaporare la pura consapevolezza e, per farlo, si serve della poesia, del paradosso e di una scrittura che mette a tacere la mente.
Ho scritto i racconti della raccolta Come acqua versata nell’acqua, perché essi hanno bussato al mio silenzio, materializzandosi sulla carta.
Su di me…
Amo scrivere, soprattutto quando le parole fluiscono da sole, sgorgando dal silenzio.
Amo anche la musica, scrivo canzoni, canto Kirtans e sono coinvolta in due progetti musicali ispirati dalla musica tradizionale di diverse culture, dall’improvvisazione e dall’interesse per suoni sperimentali, naturali e arcaici.
Nel 1999 ho partecipato al premio letterario Campiello Giovani con il racconto Sei, arrivando finalista e nel 2006 sono arrivata finalista al premio Chiara Giovani con il racconto L’esperire. Nel 2019 ho raccolto e pubblicato alcune delle storie che, negli anni, hanno bussato alla mia porta (Come acqua versata nell’acqua).